“Ecco che i nostri occhi si aprono”

 

I libri di Maria Zaki parlano. Ogni libro, ovviamente, parla con la sua parola. Ma Maria Zaki ha una sua parola. Parola di poeta, certo, ma soprattutto parola parlante.

I titoli dei libri sono illuminazioni. Gli strutturalisti lo hanno ben rimarcato. Sono come stelle cadenti, astri che attraversano il cielo per illuminarlo, anche se solo per un istante. Ma in questo istante è l’universo a mostrarsi. Bisogna coglierlo. E Maria Zaki lo cattura, come un pellegrino nel deserto.

Ed ecco i suoi segni illuminati, nel suo cammino di poeta parlante, dai suoi titoli: Tra ombra e luce, E il cavallo si alza, Ecco il silenzio disfatto, Il velluto del silenzio, Sulle dune dell’amanza, All’improvviso le rose viola, Il cammino verso l’altro, Il canto dell’amanza, Oltre il muro di sabbia, Nel labirinto dell’anima

Ombra, luce, silenzio, dune, rose, sentieri, altro, sabbia. Il percorso poetico di Maria Zaki è quello della natura. Una natura tra il sole e i tempi in cui viviamo. È mediterranea, per le sue origini marocchine, ma è europea e soprattutto universale, al di la di una patria precisa.

Diremo che ogni poeta è universale. Sì, ma ci sono universi e universi. Quello di Maria Zaki è infinito come la storia dell’uomo. Non ha limiti, né temporali né spaziali.

Questa raccolta di poesie parla ancora di più delle precedenti: Al ritmo dell’oceano. Certo, l’oceano marittimo, quello dell’acqua che ci circonda e che ci affascina, ma soprattutto l’oceano della vita.

Queste poesie mi ricordano Baudelaire e il suo sublime poema dedicato al mare, e anche Omero: un arco della storia che unisce la poesia, dalla Grecia all’Europa, passando per il Mediterraneo di Ulisse.

Questo Mediterraneo di lampi, di rocce splendide, di città che cantano e parlano, di uomini che parlano tra loro in continuazione, fin dalla notte dei tempi.

Ed ecco un segno forte di Maria Zaki: è una poetessa del tempo del lago-Mediterraneo che contiene tutta la storia umana. Ho la sensazione che stia per partire all’avventura della vita. È una geografa della vita e del cuore. È una geografa visionaria, un po’ come Rimbaud. Geografa di visioni e splendori – non vede anche lei “città splendide”, come il giovane poeta delle Illuminazioni?


Il giorno che sorge

È stato strappato via

Alla terraferma

Per far leggere

L’onda del cuore

Nella trama che unisce

Il blu alle pagine

 

E allora la voce del mare canta e parla. La sua lingua oceanica parla al ritmo del cuore. Il poeta cammina sulle dune, sulle rocce e sulla sabbia. E tutto appare: la grandezza e le miserie dell’uomo. La sua folle marcia verso l’infinito. Vede i suoi odi e i suoi amori. Il suo “impeto oceanico” è un “Segno inconfutabile” del corpo che avanza, alla ricerca di una “riva” che si presenterà, probabilmente, un giorno.

Acqua e sabbia, vento e pietra, si uniscono, per offrire “Un raggio di luce”. Il volto affronta la vita, come l’acqua affronta il fluire del tempo. Maria Zaki non ha paura delle scogliere, né dello “scorrere della vita” né dell’“effimero”. L’“immensità / Della natura oceanica” si impadronisce del suo cuore.

Tutti i sentieri si aprono, perfino quelli “più scoscesi” e quelli più “Quasi inaccessibiles”. Il mistero è qui. In questo viaggio attraverso la natura acquatica che parla con il cielo. La luce mostra la sua essenza. L’orizzonte attrae e dialoga con l’infinito.


L’orizzonte è un invariante

Che può variare

In qualsiasi momento

E ci ritroviamo

Di fronte ad un arco di trionfo

 

Maria Zaki leva l’ancora, lascia “il porto” e naviga “davanti all’infinito”. È allora di fronte “alla sua verità”. Si lascia “ondeggiare liberamente”, contemplando il mare che danza come la poetessa che è, ricordando quelle eroine determinate del Mediterraneo.Come loro, Maria Zaki segue i “Suoi sogni di immensità”, cancellando ogni divario.

Ed ecco che il cielo si inonda dell’“odore della libertà”. L’orizzonte è il “Figlio del mare” e il “Figlio della terra”, simultaneamente, come la vita del poeta, tra terra e cielo. Maria Zaki cammina “sulla spiaggia”, guardando la luna, la sua compagna.

Supera ogni prova, con lo sguardo sul tempo universale. Vaga per sapere. Vaga alla ricerca dell’altro, nell’“immensità azzurra”.


Mario Selvaggio

Università di Cagliari, 30 gennaio 2025